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Sunny Daniele

Il Joshua della Fondazione "Dal Mare"

Sunny Daniele è un Joshua, costruito dal cantiere navale Meta di Tarare in Francia. Per capire che cos’è un Joshua, è necessario fare un passo indietro. Il 10 aprile del 1925, in Indocina e precisamente ad Hanoi (oggi capitale del Vietnam) nacque, da genitori francesi, Bernard Moitessier. Moitessier è stato uno dei più grandi navigatori del secolo scorso, nonchè principale precursore e testimonial della navigazione da diporto di lungo corso e delle grandi regate oceaniche in solitario. image002Diventato famoso (ma conoscendolo meglio si scopre che è solo la punta dell’iceberg della sua carriera di navigatore) per aver partecipato, nel 1968, alla prima regata intorno al mondo, in solitario, senza scalo e senza assistenza, passando per i tre capi, lanciata ed organizzata dal quotidiano inglese Sunday Times. La regata, che nacque con il nome Golden Globe, spalancò le porte alle impegnative navigazioni e regate intorno al mondo alle piccole imbarcazioni da diporto (purchè ben costruite e armate con maestria), che sino ad allora si ritenevano non idonee a tali “sforzi”. Bernard Moitessier, doppiato per primo Capo Horn ed in rotta verso il traguardo, con un messaggio lanciato sul ponte di un mercantile, rinunciava alla regata e alla vittoria e continuava la sua “Lunga rotta”, ancora senza scalo, verso il Capo di Buona Speranza e poi ancora sino a Tahiti, nella Polinesia Francese, dove si fermò il 21 giugno del 1969, dopo aver percorso senza scalo 37.455 miglia.

 

Moitessier%2004 In quel messaggio lanciato sulla nave, Moitessier si ritirava dalla competizione spiegando:  “… Sono felice in mare, e forse anche per salvare la mia anima.” Moatissier infatti, dopo una combattuta esistenza, durante quel giro intorno al mondo sulla sua amata barca, stava finalmente quadrando il cerchio, tutti i tasselli stavano andando al loro posto a comporre quella pace interiore da tempo ricercata, ed ora, l’arrivo in Inghilterra davanti la sua prua, il ritorno in quell’occidente da lui contestato per diversi aspetti, rischiava di compromettere quel concetto di “Alleanza” che il navigatore/scrittore spiegherà molto bene nel suo ultimo libro “Tamata e l’alleanza.” Protagonista e complice di un importante periodo della vita di Moitessier è stata dunque la sua penultima, desiderata ed amata barca il cui nome è “Joshua”, così battezzata dal navigatore in omaggio al leggendario navigatore Joshua Slocum, autore nel 1898 della prima circumnavigazione del globo in solitario. joshua 600px

Bernard Moitessier è giustamente conosciuto ed apprezzato dai più, in gran parte appartenenti al mondo della vela, per la sua grande impresa della Lunga rotta, cioè il suo giro e mezzo intorno al mondo senza scalo, primato peraltro ancora mai superato; ma leggendo attentamente i suoi libri e documentandosi sulla vita del navigatore si ha modo di scoprire ed apprezzare anche “l’Uomo Moatissier”.  Un uomo che ha inseguito i suoi sogni al costo di grandi sacrifici e di eccezionale tenacia. Diverse volte nella sua vita è caduto, per esempio con i suoi tre naufragi, e si è dovuto rialzare, aiutato da una grande volontà, dalla buona fede e dalla provvidenza da lui sempre riconosciuta. Ha seguito ad ogni costo i suoi sogni, ma al tempo stesso è inseguito dai suoi mostri tutti da combattere, mostri strettamente personali e legati alla sua vita, ma che inesorabilmente si intrecciano con la vita e l’esistenza di tutti gli uomini e del pianeta che ci ospita. Cercando la risoluzione ai primi, ha trattato nei suoi libri e nella sua quotidianità temi di interesse globale: l’ambiente e il rapporto dell’uomo con esso, la fratellanza, la religione, l’importanza e la potenza dell’azione rivolta al miglioramento delle cose.

La capacità del navigatore di scrivere in modo semplice ed accattivante, ma soprattutto i temi e le esperienze raccontate, fanno dei libri di Moitessier tra i più bei libri di mare, apprezzabili ed interessanti non soltanto per un pubblico di appassionati di mare e di vela. E’ proprio per questa ragione che ci sentiamo di consigliarne vivamente la lettura ed al tempo stesso evitiamo in questa sede di darvi troppi approfondimenti o di scendere troppo nei particolari. Dopo aver contribuito a stimolarvi, troviamo giusto che ognuno approcci “queste navigazioni letterarie” con lo spirito e “l’equipaggiamento” personali e tragga da sé le proprie considerazioni.

Un vagabondo dei mari del sud

ISBN 8842527181

Capo Horn alla vela

ISBN 8842524166

La lunga rotta

ISBN 8842525758

Tamata e l'alleanza

ISBN 8885986064

Vela, Mari lontani, isole e lagune

ISBN 8885986145

Il nostro approccio a Sunny Daniele e a Bernard Moitessier

Abbiamo approfondito il personaggio Moitessier da relativamente poco tempo, cioè dopo aver fatto a nostro modo tanta navigazione e tante esperienze legate al mare e dopo aver così maturato i nostri pensieri in autonomia.

E’ un luogo comune associare l’autore e i suoi libri “semplicemente” a grandi navigazioni oceaniche, giri del mondo senza scalo e regate; un po’ per questo preconcetto e un po’ per l’umile convinzione di non fare passi troppo più lunghi della nostra prora, abbiamo inizialmente rimandato l’approccio a libri di questo tipo.

In realtà, una volta letti i libri e conosciuto meglio Bernard ci siamo resi conto, almeno questo è valso per noi, che le regate, le grandi navigazioni e le tecniche marinaresche, sono solo alcuni aspetti dei contenuti presenti in questi libri, mentre a noi piace trattare, promuovere e condividere anche gli altri aspetti, riconoscendo così in Bernard Moitessier non soltanto un grande marinaio, ma un profondo pensatore, un teorizzatore e al tempo stesso un “attore” di nobili iniziative volte al miglioramento personale e sociale.

Tutto questo può essere riassunto in alcuni concetti chiave:     MOSTRO     TAMATA (tentare)     PARTECIPAZIONE ALLA CREAZIONE

Buona navigazione!

Conosciamo meglio Joshua dalle parole di chi l’ha immaginata, voluta e amata più di chiunque altro, Moitessier!

Da “Vagabondo dei mari del Sud”:

Questa giornata m’ha determinato nella mia scelta. Penso già alla mia prossima barca…Una barca costruita solidamente, preservata con cura contro la putredine, impeccabile. Una barca che amerei veramente e che mi lascerebbe vivere in pace.

Penso all’idea che mi era stata suggerita da Bardiaux, nell’isola Maurizio, di una barca di acciaio inossidabile. Nella mia mente ne abbozzo già i piani; da nove a dieci metri fuori tutto, compartimenti stagni, serbatoi per l’acqua e casse per i viveri saldati direttamente sullo scafo, debole immersione per poter andare dovunque, con una zavorra in chiglia sufficiente a farla raddrizzare nel caso in cui un’onda frangente dovesse capovolgerla.

Si una barca costruita una volta per tutte, con prodigi di lavoro, con privazioni eroiche, con un dispendio di energie che lascia, una volta terminato il lavoro, completamente sfiniti. Ma il risultato sarebbe una dimora galleggiante, valevole per tutta la vita, senza necessità, o quasi, di manutenzione, e che mi permetterebbe di consacrarmi a ciò che mi piace, senza bisogno di avvilirmi a lavorare appena entrato in un porto.

 

Da “Capo Horn alla vela”:

…d’altro canto l’architetto navale Jean Knoker è venuto a unirsi alla nostra pariglia proponendoci di progettare la nostra futura barca. Introduce nella sua offerta la condizione più assennata che ci sia: la barca la disegerò io, il proprietario, come se non dovesse aiutarmi nessuno, poi l’architetto riprenderà il mio abbozzo maldestro per trasformarlo in un vero piano, tenendo conto delle leggi imprescindibili dell’architettura navale.
Jean Knoker ha pratica di regate a triangolo, regate d’altura e di crociera pura. Quindi non è condizionato o limitato da un solo aspetto della navigazione (com’è invece il caso mio), e possiede la statura necessaria per comprendere l’insieme dei problemi inerenti alla grande crociera, ai cui fini un veliero deve possedere congiuntamente nel modo più armonioso che sia possibile, i quattro elementi fondamentali, che costituiscono il segreto di tutte le buone imbarcazioni: la solidità, la semplicità, la sicurezza e la rapidità a tutte le andature. Tale è almeno il parere di Jean Knoker, chè anche il mio.

…”Se scrivi un libercolo…” L’ho scritto, Jean Knocker, avendolo letto, mi ha disegnato l’imbarcazione. Adesso, c’è questa lettera di sei righe che può ancora riassumersi: “ho letto il vostro libro, venite a trovarmi, credo che potremo combinare”. Firmato J. Fricaud. Trecento pagine di libro. Sei righe…più una barca.

…Una settimana dopo finisco le ultime coste in ferro piatto da mm50x5 curvandole sul posto secondo i garbi delle ordinate con l’aiuto di un torchietto a vite senza fine azionato a mano come un morsetto. Intanto il caposquadra Alexandre e il saldatore demureger costruiscono la chiglia: lamiera di mm 15 per i lati e di mm 20 per la suola, con divisori stagni in corrispondenza a ciascun madiere. Roba solida, e il lavoro procede di carriera, in ragione di nove ore al giorno, cinque giorni e mezzo per settimana…..a questo segue la collocazione della ruota di prua e del dritto di poppa, in ferro piatto di mm 100×200, e compiango in anticipo l’ombarcatoio che ricevesse un colpo da quella ruota di prua.

…Tre settimane precise dopo la visita-lampo di Francoise posiamo l’ultima lamiera (mm5) del fasciame e cominciamo a mettere i bagli della coperta, in verghe di ferro piatto da mm 50×5, posate sul posto, come le coste.

…Ma finalmente la diletta creatura è terminata…..sue paratie stagne e quattro tanche incorporate nello scafo. ….Queste quattro tanke stagne (1200 litri in totale) serviranno da serbatoi d’acqua potabile e per una parte delle provviste; ma la loro funzione essenziale sarà quella di poter contribuire alla sicurezza dell’imbarcazione nel caso in cui quella parte della carena urtasse troppo a lungo su uno scoglio…

…Ma questa volta, saprò mostrarmi degno di questa barca, alla quale abbiamo dato, francoise ed io, il nome di Joshua, in onore del grande navigatore Joshua Slocum.

Joshua vira bene, risponde prontamente al governo del timone e allunga il passo se appena il refolo rinforza e aumenta il suo sbandamento.

Così pure, odo qualcosa di nuovo nel vrum-vrum della prora, qualcosa di diverso dal canto di un’imbarcazione felice di vivere… Dammi vento e ti darò miglia…

…splendido d’una bellezza totale, con questo bordo libero minimo e massimo che lascerà passare il mare tranquillamente…

Com’è bella quest’imbarcazione, Dio mio com’è bella! La mano di Knocker era miracolosamente ispirata, quando l’ha disegnata. Piena di razza. In acciaio. Senza nulla di superfluo.

 

…ma torniamo a Sunny Daniele

Già durante la preparazione del viaggio/progetto per Brest con Salina, con gli amici più stretti della Fondazione Dal Mare, ragionavamo sul fatto che presto, per andare “oltre”, ci saremmo dovuti dotare di una barca di acciaio, con le caratteristiche giuste e preparata al meglio. Avere una barca in grado di spingere molto in là la linea del nostro ”orizzonte” sarebbe dipeso a quel punto solo da noi e da come si sarebbe presentato il Futuro.
Dopo il ritorno da Brest abbiamo dunque cominciato a cercare la nuova potenziale compagna di viaggio e qualcuna siamo anche andati a visitarla.
Ad un certo punto, una fantastica coincidenza avvenuta proprio durante il viaggio di Salina a Brest (e da noi al tempo non ancora interpretata) ed i prodigi della navigazione online, ci hanno proiettato proprio a bordo del’attuale compagna di viaggio, Sunny Daniele.
Oggi ci relazioniamo con Sunny con il solito e dovuto rispetto che si deve a una barca, ma anche con tanta discrezione, visto che cosa Sunny già rappresenta per noi.
Abbiamo già navigato con lei abbastanza per percepirne lo speciale carisma cha la contraddistingue e siamo ansiosi di coinvolgerla nel prossimo progetto per poter ascoltare fino in fondo il respiro e il suo battito del cuore.

Sunny Daniele, le origini

Sunny Daniele è nata nel 1981 per volontà di Jean Pierre e Daniele, ha trascorso con loro i suoi primi 34 anni, ha navigato tanto ed è stata amata. Le barche, come gli uomini, hanno una storia che va conosciuta e ricordata. Quando si intreccia la storia di una barca con quella del suo armatore, si genera sempre quell’alchimia chiamata “Sogno”.
Il sogno di Daniele e Jean Pierre è durato più di 30 anni, abbiamo chiesto loro di raccontarcelo in pillole, così da conoscerlo e custodirlo a “bordo con noi”. D’altro canto, quando, come in questo caso, la storia della barca e dell’armatore sono così lunghe e belle, non è certo un cambio di mano che ne fa perdere la paternità. È per questo che Jean Pierre e Daniele saranno sempre i benvenuti a bordo e a loro promettiamo di continuare ad amare Sunny Daniele come hanno fatto loro, e a Sunny promettiamo di vivere con lei e grazie a lei ancora tante e tante miglia.

 

Danièle e Jean-Pierre  sono nati a cinque giorni d’intervallo nel Dicembre 1942, si sono incontrati a Parigi in una sala di guardia del reparto di ostetricia  dove l’atmosfera è la stessa di quella in un quadrato ufficiali di una nave da carico, fuori dalle abitudini della gente normale, che lavora di giorno e dorme la notte.

Danièle era ostetrica e nella vita aveva viaggiato molto: Africa, Iran, Israele, Libano…

Jean-Pierre era capitano di lungo corso e aveva fatto più di qualche volta il giro del mondo.

Dal momento che  l’Amore non è compatibile con la vita da Capitano di  lungo corso e con i viaggi di 9 mesi, Jean-Pierre ha  trovato un lavoro sulle piattaforme  petrolifere  offshore, nella Repubblica del Congo, dove Danièle a sua volta trova un impiego come ostetrica cooperante .

In dieci anni matura il progetto, di partite a vela intorno al mondo.

Un amico, capitano di lungo corso anche lui, di passaggio a Punta Nera, mostra loro i piani d’un JOSHUA che stava  facendo costruire a TARARE dal cantiere META, e la decisione non ha tardato, e nel 1978 commissionano il proprio JOSHUA. Della realizzazione degli interni si occuparono personalmente Jean – Pierre e soprattutto suo padre Jean BRUNEL.

Per quanto riguarda il nome, non c’era ancora  nessuna idea, e una mattina che Jean-Pierre, allora Capitano del Porto di PUNTA NERA, facendo un giro tra le banchine, ha visto entrare nel porto uno splendido vecchio cargo degli anni cinquanta, sembrava una barca di Corto Maltese, il suo nome era… SUNNY DANIELE!

E dunque il varo, nell’Agosto 1981, la discesa del Rhône… e quell’anno solo una breve “passeggiata” in Corsica  prima di tornare a lavorare in CONGO.

Nel 1982, Jean-Pierre ha cominciato a lavorare per la ELF a Parigi, e per lenire il contrasto fra i Tropici e Parigi, insieme a Danièle, decidono di portare SUNNY DANIELE a Parigi e di vivere a bordo, e così fu fino al 1986.

Nel 1987, Jean –Pierre e Daniele decidono che i tempi erano maturi per mollare gli ormeggi e nel capodanno 1988, tutte le sirene nel porto di RAPALLO hanno aperto loro le porte della LIBERTA!

Libertà per andare dove vogliamo, quando vogliamo, di fare scalo in qualsiasi luogo, di ripartire quando vuoi.

Libertà di scendere lungo l’ITALIA alla ricerca della storia e delle leggende: Isola d’Elba e Napoleone, Livorno, Porto Venere, Anzio e la casa di Nerone, Civita Vecchia e verso Tarquinia, Monte Circeo, Ponza, Ischia, Napoli ed il suo  fantastico museo, Pompei , Ercolano, Sorrento, Amalfi, Agropoli e Paestum, Reggio Calabria e i guerrieri di Riace, poi il grande porto fantasma di Salina Jonica, dove SUNNY DANIELE era tutta sola con un pescatore di pescespada (e la bistecca di spada nel piccolo salone del pescatore aveva il gusto dell’amicizia)… Crotone, Santa Maria di Leuca, come l’ultima sentinella dell’ITALIA…

Poi il Mare Ionico e la GRECIA, il primo ormeggio a CORFOU, dove si dice che Odisseo è stato ospitato da Nausicaa, le baie deserte, le isole dove risuona la voce di Omero…  e quando entri nella baia d’Itaca, un grande cartello ti dice: ogni viaggiatore è cittadino d’Itaca, e sii molto fiero.

Il canale di Corinto come un colpo di tridente di Poseidon, Egina e questo magnifico tempio classico, miracolo tra cielo e ulivi, Attinia per perdersi nei marmi dei musei, poi il mare Egeo all’inizio di Agosto, dove SUNNY DANIELE scopre il Meltemi e freme di piacere lungo le Cicladi, da KEA a MILOS senza di dimenticarne alcuna, SERIFOS, SIFNOS, FOLEGANDROS…

           

BLU, BIANCO, BELLO, PURO, SOLE, SCHIUMA

giorno dopo giorno…

 

Poi l’arrivo a SANTORINI, nel cratere esploso, tanto di maestosità, di falesie bruciate, di leggende terribili, di maremorto, di collera del vulcano .

A Settembre è il rosario delle isole del DODECANESO, da COS a SAMOS, da PATMOS, dove il monastero veglia da 1000 anni, a SYMI e il suo piccolo porto che sembra la scenografia di un teatro.

Arriviamo in TURCHIA a BODRUM, di cui l’antico nome di HALICARNASSUS e pieno di sogni, delle meraviglie del mondo e della bella regina Artemis…

SUNNY DANIELE resta a svernare a BODRUM, fra i campi d’olivi e i cantieri di caicchi, sotto la guardia del Castello San Pietro.

Nel 1989, sarà la volta delle Cicladi del Mar Egeo centrale, TINOS, SYROS, DELOS, MYKONOS, AMORGOS, PAROS, NAXOS, dove il mare è ancora più scintillante e il Meltemi più potente.

Sempre al portante, CRETA dove rimaniamo un mese, affascinati per tutte queste testimonianze del re Minos!

Da lì verso KASSOS, KARPATHOS, RODOS, MARMARIS e la sua rada prodigiosa.

Nel 1989, abbiamo da scegliere fra continuare verso il Grande Giro, o tornare al lavoro!!

E siccome entrambi trovavamo ancora tanta motivazione nel nostro mestiere, decidemmo di lasciare SUNNY DANIELE in TURCHIA, e riprendere i rispettivi mestieri.

SUNNY DANIELE avrà ormai una vita molto borghese, due-tre mesi di navigazione e il resto dell’anno a terra!

Negli anni seguenti esploriamo la costa Turchese verso il Sud, fino a ANTALYA con tutte le antiche città, ancora tanto vive: ASPENDOS, PERGE, SIDE, SAGALASSOS…

Poi verso il Nord, vanno verso le grandi isole: CHIOS, LESBOS, LIMNOS, la piccola isola turchese di BOZCADAA, dopo i DARDANELLI, che sono un grande spettacolo marittimo!!
Il Mare di Marmara e il BOSFORO.

Anche le SPORADI del Nord, SKOPELOS, ALONISSOS, SKYROS, un po’ troppo turistiche (ma siamo già nel 2008!), il golfo di VOLOS, da dove è partita la nave ARGO alla d’oro…

Per tutti questi anni, SUNNY DANIELE e stata alla Marina di KUSADASI, molto sicura, molto comoda, dove abbiamo trovato dei veri amici!!

 

Ogni alba è un grande tramonto!!

I momenti significativi del nostro “viaggio”

 

La discesa del Rhône, le immense conche dove entri nella luce della Provenza, ed esci in un’oscura cattedrale.

Il passagio nello Stretto di Messina.

Gli ormeggi nelle baie completamente deserte delle Cicladi e lungo alla costa turca.

L’arrivo nel cratere di Santorini.

A Delos, troppo vento per le barche che portano i turisti da Mikonos a Delos; per noi invece due ancore appennellate e due giorni nella rada dell’isola sacrae, tutta per noi soli…

Il passaggio dei Dardanelli.

Il soffio del Meltemi nelle vele, come una carezza senza fine.

 

E per finire, la fortuna di affidare SUNNY DANIELE alla Fondazione Dal Mare: lasciare questa barca (la prima e l’ultima per noi), avrebbe potuto essere uno squarcio, ma è diventato un’apertura verso orizzonti di gioventù e d’amicizia.

Grazie tante!

E come diceva il Grande Bernard: SALUT ET FRATERNITE !

 

Amitiés a tutti

Jean-Pierre

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